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INTELLIGENZA EMOTIVA


La misura del QI riferita alle tradizionali capacità logico-matematiche, verbali e spaziali, effettuata tramite gli usuali test di intelligenza, mostra i suoi limiti quando viene utilizzata come indice per prevedere il successo che un dato individuo otterrà nella vita professionale e, più in generale, in quella sociale. Spesso, infatti, a elevati quozienti intellettivi, corrispondono risultati modesti o addirittura mediocri nel campo del lavoro e della riuscita sociale.
Tale constatazione ha portato poco per volta al riconoscimento che l'intelligenza basata sull'esercizio della pura razionalità costituisce soltanto un aspetto delle più generali capacità che permettono all'uomo di misurarsi con le diverse situazioni incontrate nella vita di tutti i giorni e di risolvere adeguatamente i problemi che esse implicano.
Questo orientamento sembrerebbe essere confermato anche su un piano prettamente neurofisiologo: recenti studi effettuati dal portoghese Antonio Damasio dimostrerebbero che la maggior parte delle nostre scelte e decisioni non sono il risultato di una attenta disamina razionale dei pro e dei contro relativi alle diverse alternative possibili. In molti casi, infatti, le facoltà razionali verrebbero affiancate dall'apparato emotivo, il quale costituirebbe una sorta di "percorso abbreviato", capace di farci raggiungere una conclusione adeguata in tempi utili.
La componente emotiva coinvolta nelle decisioni sarebbe anzi determinante nei casi in cui queste riguardano la nostra persona o coloro che ci sono vicini. A riprova delle sue tesi, Damasio riporta i casi di alcuni pazienti che, in seguito a danni neurologici subiti in determinate zone cerebrali, erano divenuti completamente incapaci di prendere una decisione, pur essendo perfettamente in grado di effettuare una valutazione corretta di tutti i fattori implicati.

La nozione di intelligenza emotiva, già descritta da Howard Gardner nelle due forme, intrapersonale e interpersonale, è stata tuttavia sviluppata nei suoi molteplici componenti e conseguenze pratiche da Daniel Goleman, il quale distingue due principali sottocategorie:

1. Le competenze personali, riferite alla capacità di cogliere i diversi aspetti della propria vita emozionale;

2. le competenze sociali, relative alla maniera con cui comprendiamo gli altri e ci rapportiamo ad essi.

L'intelligenza emotiva personale
Comprende la consapevolezza di sé, che ci porta a dare un nome e un senso alle nostre emozioni negative, aiutandoci a comprendere le circostanze e le cause che le scatenano; più in generale essa permette una autovalutazione obiettiva delle proprie capacità e dei propri limiti, così da riuscire a proporsi mete realistiche, scegliendo poi le risorse personali più adeguate per raggiungerle.
Anche l'autocontrollo fa parte delle competenze personali. Esso implica la capacità di dominare le proprie emozioni, il che non vuol dire negarle o soffocarle, bensì esprimerle in forme socialmente accettabili. L'incapacità di gestire le proprie emozioni, può portare infatti ad agire in maniera inopportuna, e magari a forme di esagerata aggressività nei confronti degli altri, offrendo di sé un'immagine ben poco lusinghiera. Chi è padrone di sé, riesce di solito a comportarsi in maniera appropriata alla situazione, tenendo conto delle regole del vivere sociale, riconoscendo le proprie responsabilità e i propri errori, rispettando gli impegni presi e portando a compimento i compiti assegnatigli.
Tra le competenze personali può essere inoltre collocata la capacità di alimentare la propria motivazione, mantenendola anche di fronte alle difficoltà o quando le cose non vanno come avevamo previsto o speravamo.
La capacità di motivarsi è formata da una giusta dose di ottimismo e dallo spirito di iniziativa, attituidini che spingono a perseguire i propri obiettivi, reagendo attivamente agli insuccessi e alle frustrazioni.

L'intelligenza emotiva sociale
E' costituita da quell'insieme di caratteristiche che ci permettono di relazionarci positivamente con gli altri e di interagire in modo costruttivo con essi.
Una delle componenti più importanti di questo aspetto dell'intelligenza è costituita dall'empatia, ossia dalla capacità di riconoscere le emozioni e i sentimenti negli altri, ponendoci idealmente nei loro panni e riuscendo a comprendere i rispettivi punti di vista, gli interessi e le difficoltà interiori. Essere empatici significa percepire il mondo interiore dell'altro come se fosse il nostro, mantenendo tuttavia la consapevolezza della sua alterità rispetto ai nostri punti di vista.
La comunicazione, altra attitudine "sociale", è invece la capacità di parlare agli altri, facendo coincidere il contenuto esplicito dei messaggi (trasmesso dalle parole) con le proprie convinzioni ed emozioni (involontariamente rivelate attraverso il linguaggio del corpo). Comunicare in maniera efficace è anche saper ascoltare e fare domande, mantenendo una reale attenzione alle risposte emotive dei nostri interlocutori.

Secondo Goleman, l'intelligenza emotiva si può sviluppare attraverso un adeguato allenamento, diretto soprattutto a cogliere i sentimenti e le emozioni, nostri e altrui, indirizzandoli in senso costruttivo. Se, infatti, l'intelligenza legata al QI tende a stabilizzarsi intorno ai 16 anni (per incominciare lentamente a declinare negli anni della maturità), l'intelligenza emotiva può essere migliorata nel corso di tutta la vita.

[ Scheda di Astro Calisi - e-mail: astrocalisi@gmail.com]


BIBLIOGRAFIA ITALIANA

Daniel Goleman, L'intelligenza emotiva [1995], Rizzoli, Milano, 1996

Daniel Goleman, Lavorare con l'intelligenza emotiva [1995], Rizzoli, Milano, 1998

Daniel Goleman, Intelligenza sociale, Rizzoli, Milano, 2006
Seguito ideale di Intelligenza emotiva. Qui la capacità di gestire le proprie emozioni viene analizzata da un punto di vista delle interazioni tra le persone. L'intelligenza sociale si presenta come la capacità di capire e gestire gli altri, così da vivere una esistenza soddisfacente.

Giacomo Mancini - Elena Trombini, Dalle emozioni all'intelligenza emotiva. Comprendere per educare, Espress, Torino, 2011

Martha Nussbaum, L'intelligenza delle emozioni, Il Mulino, Bologna, 2004
Tesi centrale di questo saggio è che le emozioni, lungi dal costituire un impaccio alla corretta espressione del pensiero, rappresentano la base su cui si sviluppa il pensiero.

Antonio Damasio, L'errore di Cartesio. Emozioni, ragione e cervello umano [1994], Adelphi, Milano, 1995

Mario D. Pietro, L'educazione razionale emotiva, Erikson
Rivolto principalmente a genitori ed educatori per insegnare a bambini gli elementi fondamentali dell'educazione emozionale.

John Gottman - Joan De Claire, Intelligenza per un figlio, Rizzoli, Milano, 2001

D. Klindom - M Thomson, Intelligenza emotiva per un bambino che diventerà uomo, Rizzoli, Milano, 2000

Cosimo Varriale, Cervello, emozioni, prosocialità. Recenti acquisizioni neuropsicologiche e itinerari educativi in campo socio-affettivo, Liguori, 2002

Rita Gay Cialfi, Educare all'emotività, San Paolo Edizioni, 2002

Isabelle Filliozat, Il quoziente emotivo, Piemme, 2002

R. Cooper, Il fattore emozione, Sperling & Kupfer, Milano, 1999

Claude Steiner - Paul Perry, L'alfabeto delle emozioni, Sperling & Kupfer, Milano, 1999

Luigi Tuffanelli, Intelligenze, emozioni e apprendimenti. Le diversità nell'interazione formativa, Centro Studi Erickson, 1999

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S. I. Greenspan - A. Biavasco - V. Guani, L'intelligenza del cuore. Le emozioni e lo sviluppo della mente, Mondadori, Milano, 1997

M. Seligman, Imparare l'ottimismo, Giunti, Firenze, 1991


Siti per approfondimenti:

Intelligenza/Managerzen
Sintesi di Goleman, Lavorare con l'intelligenza emotiva.

Intelligenza emotiva/Scuola Alto Adige
Appunti su intelligenza emotiva e comunicazione.

Intelligenza emotiva/Clinicadellatimidezza
Piccolo test di intelligenza emotiva.

Intelligenza emotiva/Psicopolis
Brani tratti da Daniel Goleman, Intelligenza emotiva.


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