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VITA
Paul K. Feyerabend (Vienna, 1924 - Ginevra, 1994), dopo aver conseguito il dottorato presso l'università della sua città, si trasferì in Inghilterra, dove, alla London School of Economics, seguì i corsi di Karl Popper.
Ottenuto un incarico a Bristol, per l'insegnamento di filosofia della scienza, Feyerabend ebbe modo di approfondire i suoi precedenti studi sulla meccanica quantistica.
Nel 1958 si trasferì negli Stati Uniti, dove insegnò filosofia all'Università di Berkeley (California).
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PENSIERO
Feyerabend, prendendo le distanze dalle tesi neopositivistiche (in special modo quelle di Carnap) e dal razionalismo critico di Popper, afferma che qualsiasi tentativo di stabilire un metodo della scienza basato su norme rigide è destinato al fallimento, poiché non esiste alcuna norma che non sia stata intenzionalmente violata nel corso della storia della scienza.
E, anzi, la stessa esperienza storica dimostra che il progresso scientifico spesso si attua mettendo tra parentesi le regole e le procedure stabilite e accettate dalla comunità scientifica, attraverso l'uso disinvolto di quelle che vengono a volte chiamate "ipotesi ad hoc".
Mentre la tradizione razionalistica coltiva un'immagine fondamentalmente monolitica e atemporale della scienza, Feyerabend pone l'accento sulla dimensione storica, dinamica e pluralistica del sapere scientifico, giungendo a una concezione del procedere scientifico divenuta famosa col termine di anarchismo metodologico.
Esso consiste di due principi strettamente congiunti tra loro: la decisa negazione dell'esistenza di un metodo nella scienza universalmente valido e la tesi che nella pratica scientifica "qualsiasi cosa va bene", nel senso che il procedere scientifico può utilizzare, ove lo si ritenga opportuno,
le pratiche più diverse, persino quelle in evidente contrasto con i canoni metodologici maggiormente accreditati.
L'estremo relativismo implicito in questa impostazione metodologica trova un importante riscontro nel principio della incommensurabilità delle teorie, per il quale è impossibile, in un confronto tra teorie rivali, stabilire quale sia quella oggettivamente più valida.
Ciò dipende, come rilevava anche Kuhn, dal fatto che le teorie possono venir confrontate tra loro solo sulla base di un comune sistema di riferimento concettuale, poiché il significato delle espressioni varia col variare del contesto nel quale sono inserite. Dal momento che nella storia del pensiero scientifico gli schemi concettuali mutano, una comparazione oggettiva fra teorie risulta impossibile.
Fanno da corollario a questa impostazione:
1) il principio della tenacia, ripreso successivamente e con maggior vigore dalla proposta metodologica di Lakatos, consistente nel mantenere una teoria anche in presenza di dati incompatibili con essa. Abbandonare una teoria alla prima difficoltà significa perdere la possibilità di far emergere tutte le sue potenzialità nascoste;
2) la componente teorica dei fatti. Riprendendo una tesi sviluppata in particolar modo da Hanson, Feyerabend respinge la possibilità dell'esistenza di fatti neutri (ossia che non facciano riferimento a una qualche teoria), giungendo a contestare la distinzione tra asserzioni teoriche e asserzioni osservative.
Abbandonata così sia la pretesa di poter verificare in modo conclusivo una qualsiasi proposizione mediante il ricorso all'esperienza, sia l'illusione che possano esistere regole formali o metodologiche valide una volta per tutte, non resta che riconoscere che la scelta tra teorie è in qualche modo arbitraria, nel senso che appare condizionata in maniera decisiva da fattori socio-culturali.
In tale maniera anche la delimitazione tra sapere scientifico e altre forme di approccio conoscitivo alla realtà (ad esempio, il mito) perde di rigidità. La scienza quale si è venuta a costituire negli ultimi secoli, invece che come valore indiscutibile e un destino inevitabile, finisce allora per presentarsi come il risultato di una particolare epoca storica, inevitabilmente influenzata da componenti storico-culturali, sociali e perfino ideologiche.
La scienza può addirittura trasformarsi un disvalore nella misura in cui pretende di soppiantare e di prevaricare ogni altro tipo di discorso.
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OPERE (tradotte in italiano)
-- Contro il metodo. Abbozzo di una teoria anarchica della conoscenza [1970], Milano, 1984
-- "Consolazioni per lo specialista", in I. Lakatos e A. Musgrave (a cura di), Critica e crescita della conoscenza [1970], Feltrinelli, Milano, 1976, pagg. 277-312
-- I problemi dell'empirismo [1971], Milano, 1981
-- Come essere un buon empirista [1976], Borla, Roma, 1980
-- La scienza in una società libera [1978], Milano, 1981
-- Il realismo scientifico e l'autorità della scienza [1979], Milano, 1983
-- La scienza come arte [1981], Bari, 1984
-- Dialogo sul metodo [1984], Laterza, Bari, 1989
-- Arte e scienza, 1989
-- Addio alla ragione, Armando, Roma, 1990
-- Dialoghi sulla conoscenza, Laterza, Bari, 1991
-- Il caso e la libertà, Laterza, Roma-Bari, 1994
-- Ammazzando il tempo. Un'autobiografia, Laterza, Bari, 1994
Feyerabend - Lakatos, Sull'orlo della scienza. Pro e contro il metodo, Cortina Raffaello, 1995
-- Ambiguità e armonia: lezioni trentine (1996, pubblicate postume)
-- Conquista dell'abbondanza. Storie dello scontro fra astrazione e ricchezza dell'essere, Cortina Raffaello, Milano, 2002
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BIBLIOGRAFIA ITALIANA
John Preston, Feyerabend, Il Saggiatore, Milano, 2001
Illustrazione critica del pensiero di Feyerabend, in special modo quello relativo al periodo che precede le opere più conosciute come Contro il metodo e La scienza in una società libera.
Beatrice Collina, Lakatos e Feyerabend. La scienza tra metodo e anarchia, Hachette, Milano, 2016
Simone Zacchini, La collana di armonia. Kant, Poincaré, Feyerabend e al crisi dell'episteme, Franco Angeli, Milano, 2010
Luca Tambolo, L'oceano della conoscenza. Il pluralismo libertario di Paul K. Feyerabend, Franco Angeli, 2007
L'opera ripercorre i momenti salienti della riflessione di Feyerabend, mostrando come questa sia caratterizzata da una sostanziale coerenza di intenti, in primo luogo la promozione di una forma estrema di pluralismo, ispirata da una concezione di conoscenza come oceano, in continua crescita.
Cosimo Pacciolla, La scientificità della scienza: saggio sull'epistemologia negativa di P. K. Feyerabend, Levante, Bari, 1999
R. Corvi, I fraintendimenti della ragione. Saggio su P. K. Feyerabend, Vita e Pensiero, Milano, 1992
A. Crescini (a cura di), Th. Kuhn - P. Feyerabend. L'irrazionalismo in filosofia e nella scienza, La Scuola, Brescia, 1989
G. Brianese (a cura di), "Congetture e confutazioni" di Popper e il dibattito epistemologico post-popperiano, Paravia, Torino, 1988
Rosaria Egidi, La svolta relativistica nell'epistemologia contemporanea, Franco Angeli, Milano, 1988
Antonio Fasanella, Anarchismo metodologico e scienze sociali, Franco Angeli, Milano, 1987
A. Capecci, La scienza tra fede e anarchia. L'epistemologia di Paul K. Feyerabend, La Goliardica, Roma, 1977
Giulio Giorello, "Filosofia della scienza e storia della scienza nella cultura di lingua inglese", in L. Geymonat, Storia del pensiero filosofico e scientifico, Garzanti, Milano, 1976, vol. VII
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