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Fenomeno che si verifica a livello quantistico, che coinvolge due o più particelle generate da uno stesso processo o che si siano trovate in interazione reciproca per un certo periodo. Tali particelle rimangono in qualche modo legate indissolubilmente (entangled), nel senso che quello che accade a una di esse si ripercuote immediatamente anche sull'altra, indipendentemente dalla distanza che le separa.
La possibilità teorica di questo fenomeno venne ipotizzata da Erwin Schrödinger nel lontano 1926, anche se egli utilizzò per la prima volta il termine entanglement nel 1935, nella recensione dell'articolo di Einstein, Podolsky e Rosen (EPR). La definizione che ne diede Schrödinger a suo tempo è la seguente:
«Quando due sistemi, dei quali conosciamo gli stati sulla base della loro rispettiva rappresentazione, subiscono una interazione fisica temporanea dovuta a forze note che agiscono tra di loro, e quando, dopo un certo periodo di mutua interazione, i sistemi si separano nuovamente, non possiamo più descriverli come prima dell'interazione, cioè dotando ognuno di loro di una propria rappresentazione». (1)
Albert Einstein, sebbene egli stesso avesse dato importanti contributi alla teoria quantistica, non ne accettò mai le conseguenze più estreme, in particolar modo il fenomeno dell'entanglement.
Secondo Einstein, l'ipotesi che una particella potesse influenzare un'altra particella istantaneamente (violando uno dei postulati della teoria della relatività, per la quale nulla può viaggiare a velocità superiori a quelle della luce) era una conseguenza del fatto che la meccanica era una teoria incompleta e che esistevano variabili nascoste, le quali facevano sì che il comportamento della particelle risultasse correlato. Scoprire tali variabili significava per Einstein mostrare che la violazione della località era solo apparente.
Egli cercò a lungo di dimostrare l'esistenza di variabili nascoste, ma i suoi tentativi furono di volta in volta smontati dai suoi oppositori, finché Alain Aspect, con i suoi famosi esperimenti, non riuscì a dimostrare definitivamente la realtà della non-località quantistica e quindi l'inconsistenza della posizione di Einstein.
Concludendo, si può dire che «l'entanglement fa a pezzi tutte quelle concezioni della realtà che ci siamo costruiti sulla base della nostra abituale esperienza sensoriale. Queste nozioni di realtà si sono così fortemente consolidate nella nostra psiche che anche il maggior scienziato del XX secolo, Albert Einstein, si è lasciato fuorviare da queste nozioni di senso comune, tanto da ritenere che la meccanica quantistica fosse una teoria "incompleta", a causa della sua incompatibilità con elementi che credeva fossero parte della realtà. Einstein era convinto che un evento che accade in un punto non possa mai essere correlato in modo diretto e istantaneo con un evento che accade in un punto distante. Per capire, o anche semplicemente per accettare l'entanglement e gli altri fenomeni quantistici a esso associati, dobbiamo innanzitutto ammettere che le nostre concezioni della realtà nell'universo sono inadeguate.
L'entanglement ci insegna che la nostra esperienza quotidiana non ci fornisce la capacità di capire la natura di cò che accade nel micromondo, mondo di cui non possiamo avere esperienza diretta». (2)
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NOTE
(1) E. Schrödinger, Proceedings of the Cambridge Philosophical Society, 1935, 31, pag. 555
(2) Amir D. Aczel, Entanglement. Il più grande mistero della fisica, Raffaello Cortina, Milano, 2004, pagg. 233-4.
F. Laudisa, Le correlazioni pericolose, Il Poligrafo, Padova, 1998
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BIBLIOGRAFIA ITALIANA
Amir D. Aczel, Entanglement. Il più grande mistero della fisica, Raffaello Cortina, Milano, 2004
David Z. Albert, Meccanica quantistica e senso comune, Adelphi, Milano, 2000
Le conseguenze paradossali a cui portano la teoria e i risultati sperimentali della meccanica quantistica, del tutto inconciliabili con il senso comune.
Massimo Teodorani, Entanglement. L'intreccio nel mondo quantistico: dalle particelle alla coscienza, Macro Edizioni, Genova, 2007
L'autore, partendo dal fenomeno dell'entanglement così come viene osservato in molti laboratori scientifici, mostra che esso può essere esteso anche alle indagini sulla genetica, sul cervello e sui fenomeni mentali.
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