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VITA
Georg Friedrich Bernard Riemann (Breselenz, Hannover, Germania, 1826 - Lago Maggiore, Italia, 1866) era figlio di un pastore luterano. Crebbe in povertà e, per tutta la sua breve vita fu di salute cagionevole. Qualcuno ha detto che se fosse stato più sano e se fosse vissuto qualche anno in più, lo sviluppo di diversi rami della matematica sarebbe stato molto più rapido.
Mostrò i primi segni del suo geniuo a sei anni, età in cui non solo sapeva risolvere tutti i problemi aritmetici che gli venivano proposti, ma ne poneva egli stesso ai suoi maestri. A dieci anni cominciò ad andare a lezione di matematica da un professore il quale si accorsi che, se gli assegnava un problema, la soluzione del ragazzo era migliore della sua.
Da bambino Bernhard Riemann era timidissimo e cercava di superare la timidezza preparandosi bene ogni volta che doveva parlare in pubblico; da adolescente diventò un perfezionista che non mostrava a nessuno i propri lavori finché non erano impeccabili..
Nel 1846 si iscrisse all'Università di Göttingen, come studente di teologia; aveva preso questa decisione per assecondare il padre, che avrebbe voluto che il filgio diventasse un ecclesiastico come lui, ma fu subito attratto dai corsi dei grandi matematici che insegnavano allora a Göttingen, tra i quali c'era anche il grande Gauss. Fu a questo punto che, con il permesso concesso a malincuore dal padre, passò a matematica.
Dopo il primo anno di università si trasferì a Berlino, dove rimase due anni. Nel 1849 tornò a Göttingen per lavorare alla tesi di dottorato; il suo supervisore era K. F. Gauss.
Sul finire del 1851, Riemann presentò a Gauss la dissertazione, intitolata Fondamenti di una teoria generale delle funzioni variabili complesse. Si trattava di un lavoro di livello così elevato che lo stesso Gauss, notoriamente poco propenso alle lodi, lo elogiò in modo molto aperto.
Nel 1854, Riemann cominciò a insegnare all'Università di Göttingen; nel frattempo lavorava anche a una dissertazione che era prassi venisse elaborata da tutti i nuovi docenti.
Gauss, conoscendo il genio del suo protetto, gli consigliò di occuparsi dei problemi posti dal quinto postulato di Euclide e dalle geometrie non euclidee, elaborate nel frattempo da Bolyai e da Lobacevskij, sviluppandone alcune conseguenze.
Fu così che Riemann, impegnandosi notevolmente per molti mesi, creò una teoria completamente nuova che avrebbe cambiato per sempre sia la geometria, sia le scienze fisiche. Il lavoro di Riemann rese disponibili, sia direttamente che indirettamente, alcuni elementi decisivi indispensabili per la comprensione del mondo fisico. Il suo saggio per la libera docenza, esaltato e definito "capolavoro immenso" da Gauss, fornì ad Einstein lo strumento che gli occorreva per scrivere l'equazione del campo e della sua teoria della relatività generale.
Riemann pagò un prezzo molto elevato per il suo genio e la sua preveggenza. Spronato da Gauss, continuò a lavorare senza risparmiarsi, finché la sua salute malferma cominciò a cedere. Nel 1862, la sua salute peggiorò ancora, tanto che il governo tedesco gli concesse i fondi necessari per una convalescenza nel mite clima italiano.
Nei pochi anni che visse ancora, Riemann comtinuò a fare la spola tra Göttingen e varie città italiane, finché non morì di tisi nel luglio del 1866. Aveva trentanove anni.
[Da Amir D. Aczel, L'equazione di Dio. Einstein, la relatività e l'universo in espansione, Il Saggiatore, Milano, 2008, pagg. 87-97.]
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BIBLIOGRAFIA ITALIANA
John Derbyshire, L'ossessione dei numeri primi. Bernhard Riemann e il principale pronlema irrisolto della matematica, Bollati Boringhieri, torino, 2006
Marcus Du Sautoy, L'enigma dei numeri primi. L'ipotesi di Riemann, il più grande mistero della matematica, Rizzoli, Milano, 2005
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