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JOHN-DYLAN HAYNES

VITA
John-Dylan Haynes (1971-vivente) ha studiato psicologia e filosofia dal 1992 al 1997 all'Università di Bremen.
Dal 2006 insegna neuroimagining presso il Centro Bernstein di neuroscienze computazionali di Berlino. Dirige anche un gruppo di ricerca al Max Planck Institut per la ricerca cognitiva e del cervello a Lipsia.
I suoi studi riguardano soprattutto le basi neuronali della consapevolezza nei processi visivi e motori.


PENSIERO
Le ricerche di John-Dylan Haynes e colleghi possono essere considerate come uno sviluppo di quelle, ormai famose, effettuate da Benjamin Libet negli anni '80.
Libet aveva scoperto che registrando i segnali elettroencefalografici di soggetti, mentre questi eseguivano a loro piacimento un compito semplice (ad esempio, piegare un dito), in una regione, conosciuta come area motoria supplementare (SMA), si osservavano dei potenziali elettrici (potenziali di prontezza), alcune centinaia di millisecondi prima di avvertire la "sensazione di volere".
L'anticipo sistematico dell'attività cerebrale rispetto a una decisione assunta in un momento liberamente scelto dal soggetto fu considerata la prova del fatto che il cervello decide di compiere il movimento prima che il soggetto decida consapevolmente di effettuare il movimento.
Gli esperiemtni di Libet, viste le loro implicazioni ai fini dell'esistenza del libero arbitrio nell'uomo furono oggetto di una serie di cirtiche, soprattutto sul piano metodologico. In particolare, venne osservato che:

1) le valutazioni cronologiche soggettive derivanti dall'osservazione di un cursore luminoso in rapido movimento erano poco affidabili;

2) gli esperiementi prendevano in considerazione soltanto i potenziali di prontezza, mentre molte altre zone della corteccia prefrontale sono risultate coinvolte nei processi di scelta;

3) i potenziali di prontezza si manifestano soltanto all'interno di una finestra temporale ristretta situata immediatamente prima del movimento, e quindi immediatamente prima del movimento, e quindi non è affatto chiaro se essi segnalino veramente un processo di decisione.

Le ricerche effettuato da Haynes e colleghi si propongono di ovviare a questi limiti degli esperimenti di Libet. Tali ricerche utilizzavano la risonanza magnetica funzionale (fMRI), una tecnica che misura i cambiamenti del livello di ossigenazione del sangue, strettamente connesso all'attività neuronale; venivano prese in esame diverse aree cerebrali contemporaneamente, elaborando l'informazione raccolta mediate opportuni algoritmo.
Ai soggetti si richiedeva di pigiare a loro scelta uno tra due pulsanti, mentre si trovavano all'interno di una apparecchiatura per la fMRI, osservando nello stesso tempo uno schermo sul quale, a intervalli regolari, venivano proiettate delle lettere. Ciò consentiva di determinare con precisione l'istante in cui i soggetti erano divenuti coscienti della loro decisione.
I risultati ottenuti con questi esperimenti si pongono ben al di là di quelli di Libet. Haynes e collaboratori, non solo sono riusciti a dimostrare che l'attivazione di una specifica regione cerebrale, la corteccia frontopolare (area BA 10), avviene con almeno 7 secondi prima della decisione del soggetto, ma anche che, analizzando congiuntamente la distribuzione dei segnali nervosi nelle diverse aree, è possibile prevedere, entro certi limiti, se il soggetto premerà un pulsante o l'altro. Le intenzioni non risiedono nei singoli neuroni, ma vengono codificate in schemi di attività distribuiti nello spazio. Questo rende la previsione un po' problematica, perché bisogna conoscere in anticipo il pattern sviluppato da ogni singolo pensiero per poter "leggere" la mente, soprattutto nella considerazione che ogni persona ha un suo pattern caratteristico.
In ogni caso, la scoperta, con profonde implicazioni sul problema della libertà umana, sembra indicare che il cervello sembra aver deciso sia quando dar luogo all'azione, sia che cosa fare, prima che il soggetto divenga consapevole di volere.


OPERE

-- "Posso prevedere ciò che fai", in De Caro - Lavazza - Sartori (a cura di), Siamo davvero liberi? Le neuroscienze e il mistero del libero arbitrio, Codice Edizioni, Torino, 2010


Altri articoli:

J.-D. Haynes - G. Rees, "Predicting the Orientation of Invisible Stimuli from Activity in Human Primary Visual Cortex, in Nature Neuroscience, 8 (2005), pagg. 686-691

J.-D. Haynes - G. Rees, "Decoding Mental States from Brain Actifìvity in Humans", in Nature Rewiews Neuroscience, 7 (2006), pagg. 523-534

J.-D. Haynes - K. Sakai - G. Rees et altri, "Reading Hidden Intentions in the Humans Brain", in Current Biology, 17 (2007), pagg. 323-534

N. D. Wright - A. Mechelli - U. Noppeney - D. J. Veltman - S. A. R. B. Rombouts - J. Glensman - J.-D. Haynes, "Selective Activation around the Left Occipito-Temporal Sulcus for Words Relative to Pictures: Individual Variability or False Positives?" in Human Brain Mapping, 29 (2008), pagg. 986-1000