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VITA
Alain Ehrenberg, sociologo francese, è nato nel 1950.
Attualmente è direttore del Cesames (Centre de recherches psychotropes, Santé Mental, Societé), di cui è stato il fondatore.
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PENSIERO
La grande novità introdotta dalla riflessione di Alain Ehrenber sta nel rilievo da lui dato alla profonda trasformazione che ha investito il concetto di depressione nelle attuali società occidentali.
Fino agli anni Sessanta, i maggiori conflitti che l'individuo si trovava ad affrontare erano riconducibili al desiderio e le regole (la morale) che si opponevano alla sua realizzazione. Il comportamento di ognuno si svolgeva in una perenne ricerca di mediazione tra "ciò che è permesso" e "ciò che è proibito".
Con la rivoluzione del Sessantotto e le grandi conquiste libertarie intervenute nella società, la contrapposizione tra il permesso e il proibito cede il posto a una contrapposizione di natura affatto diversa: quella tra "ciò che è possibile" e "ciò che è impossibile".
Nelle società moderne, la misura del valore dell'individuo non è più data dal rispetto delle regole e dalla sottomissione alla disciplina interiore, bensì dallo spirito d'iniziativa, dalla capacità progettuale, dai risultati concreti che è in grado di esibire.
L'individuo non è più regolato da un ordine esterno, da una conformità alla legge, la cui infrazione produce sensi di colpa, ma deve fare affidamento alle proprie risorse personali, alle sue doti intellettuali, alle sue sue prestazioni oggettive, per raggiungere quei risultati in base ai quali verrà valutato.
In questo modo, dagli anni Settanta in poi, la depressione ha cambiato radicalmente forma: essa non è più alimentata dal conflitto nevrotico tra norma e trasgressione, ma, in uno scenario sociale dove, in seguito al venir meno delle norme tutto è permesso (è quindi potenzialmente possibile), la principale causa della depressione è un "senso di insufficienza" per ciò che sarebbe possibile fare e non si è in grado di fare, per ciò che gli altri si aspettano da noi e la pochezza dei risultati che riusciamo ad ottenere.
Alain Ehrenberg pone l'accento su questo profondo mutamento intervenuto nella psiche degli individui contemporanei sottolineando come i sintomi classici della depressione, quali la tristezza, il senso di colpa, la sofferenza morale abbiano ormai ceduto il passo all'ansia, al senso di inadeguatezza, all'incapacità di iniziativa. In un contesto sociale in cui l'individuo è costantemente oppresso dalla necessità di "mostrarsi all'altezza", la depressione diventa la misura della distanza tra le nostre aspirazioni e ciò che riusciamo effettivamente a realizzare.
In questa inconciliabiltà tra l'elevata efficienza che la società richiede a ogni individuo e la fragilità o la responsabilità che l'individuo vive come una profonda inadeguatezza starebbe, secondo Ehrenberg, la "fatica di essere se stessi".
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OPERE
-- La fatica di essere se stessi. Depressione e società, Einaudi, Torino, 1999
Altre opere:
-- Le corps militaire. Politique et pédagogie en démocratie, Aubuer Montaigne, Paris, 1983
-- Le culte de la performance, Calmann-Lévy, Paris, 1991
-- L'indivdu incertain, Calmann-Lévy, Paris, 1995
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Siti per approfondimenti
Ehrenberg/Perso.Orange
Brani da opere di Alain Ehrenberg.
Ehrenberg/Isuri.net
Recensione on line di Alain Ehrenberg, La fatica di essere se stessi.
Ehrenberg/Isuri.net
Pagina del Cesames dedicata ad Alain Ehrenberg. Da essa si accede anche ad alcuni brevi articoli in formato .pdf dell'autore.
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