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VITA
Giordano Bruno nacque a Nola nel 1548 ed all'età di quindici anni entrò, a Napoli, nell'ordine domenicano, che fu però costretto ad abbandonare dopo una decina di anni a causa di un'accusa di eresia.
Peregrinò per un primo periodo in Italia, rifugiandosi successivamente a Ginevra, dove si avvicinò per qualche tempo alla dottrina calvinista. Non tollerando il regime teocratico imperante in questa città, si recò successivamente a Parigi, dandosi all'insegnamento dell'astronomia e della filosofia.
Nel 1583, si stabilì a Londra, al seguito dell'ambasciatore francese presso la corte d'Inghilterra, città in cui rimase fino al 1585 (è a questo periodo che appartiene la pubblicazione delle sue opere maggiori).
Dopo un breve ritorno a Parigi, si trasferì a Wittenberg, a Praga e a Francoforte.
Nel 1591 ritornò in Italia, a Venezia, dietro l'invito del patrizio Giovanni Moncenigo, il quale, da lì a poco, lo denunciò all'Inquisizione. Tratto in arresto sotto l'accusa di eresia, in un primo momento Bruno decise di sottomettersi all'autorità della Chiesa, ma, trasferito a Roma (1593), ricusò poi la ritrattazione delle sue dottrine.
Rimasto in carcere per sette anni, venne condannato al rogo ed arso vivo il 17 febbraio del 1600 in Campo di Fiori a Roma.
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PENSIERO
Nella filosofia di Bruno sono presenti spunti di tratti dal neoplatonismo, da Cusano e da Copernico. In particolare da quest'ultimo riprese la teoria eliocentrica, concependo però a differenza da questi, l'universo come infinito.
Secondo Bruno, l'universo è costituito da un'infinità di mondi, i quali possono essere abitati come la Terra. Mentre i singoli mondi sono in perpetuo divenire, l'universo nel suo complesso è invece immoto ed eterno, non avendo nulla al di fuori di sé e racchiudendo esso stesso tutto l'essere. Dio, in quanto infinito, può creare esclusivamente infinità.
Nell'unità universale della causa prima divina è contratto tutto l'essere, ed in questa unità si realizza la coincidenza degli opposti, non essendo i singoli enti del mondo che la sua "esplicazione". La presenza del divino è diffusa in ogni cosa, Dio, infatti, non trascende il mondo, ma il mondo è impregnato di Dio.
Nei singoli enti, peraltro, la coincidenza degli opposti va perduta, poiché in questi le potenzialità si disgregano, non essendo mai ciò che potrebbero essere e quindi risultando incompiuti, mutevoli ed effimeri.
La causa agente nella natura è l'anima del mondo. Da questa scaturisce l'intelletto universale che è il "fabbro" del mondo, che forgia la materia dall'interno, trasformandola nel molteplice naturale. La forma non è imposta alla materia dall'esterno, questa è invece contenuta nella materia ed è spinta da questa verso l'esterno.
Tutto il mondo, essendo pregno di spirito, è un qualcosa di animato.
Alle opere più tarde di Bruno appartiene anche l'idea delle monadi, le quali, in quanto unità infinitesimali ed estremamente semplici, contengono l'essenza delle cose e costituiscono gli elementi fondamentali della natura.
L'intelletto dell'uomo mira, conformemente all'essenza dell'universo, alla conoscenza dell'infinito. L'infinità è il centro attorno al quale questo ruota, senza peraltro poterlo mai raggiungere. Il moto dell'intelletto è perciò sostenuto da un "eroico furore", che conduce ad una progressiva elevazione della conoscenza e che culmina nell'unità col divino.
Come ciascun mondo dell'universo è al contempo centro e circonferenza, così ogni uomo è strumento dell'unico infinito che lo condiziona, ma che è a sua volta condizionato dalla realizzazione all'infinito di ciascuna potenzialità umana. L'uomo che sia di ciò cosciente può realizzare con successo le proprie capacità infinite nella creazione artistica, o nell'azione finalizzata al bene comune.
Infiniti sono gli sviluppi possibili di ogni singolo uomo verso una convivenza pacifica con gli altri, se questi si pone come fine l'imitazione nel mondo dell'operare di Dio nella natura.
[Scheda di Adriano Virgili]
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OPERE
-- De umbris idearum (1582)
-- La cena delle ceneri (1584) - E-book (liberamente consultabile)
-- De la causa, principio e uno (1584)
-- De l'infinito universo et mondi (1584)
-- Spaccio della bestia trionfante (1584) - E-book (liberamente consultabile)
-- Cabala del cavallo pegaseo (1585)
-- De gli heroici furori (1585) - E-book (liberamente consultabile)
-- De triplici minimo et mensura (1591)
-- De innumeralibus, immenso et infigurabili (1591)
-- Summa terminorum metaphysicorum (1595)
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BIBLIOGRAFIA ITALIANA
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Frances Yates, Giordano Bruno e la tradizione ermetica, Laterza, Roma-Bari, 2010
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Nuccio Ordin, Contro il Vangelo armato. Giordano Bruno e la religione, Raffaello Cortina, Milano, 2007
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Frances A. Yates, Giordano Bruno e la tradizione ermetica, Laterza, Bari, 2002
Giuliana Conforto, La futura scienza di Giordano Bruno e la nascita dell'uomo nuovo, Macro Edizioni, 2001
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Giuseppe Gangi, Rinascimento e naturalismo: Giordano Bruno, Del Bucchio, Genova, 2000
Aniello Montano, Giordano Bruno e Tommaso Campanella, La Città del Sole, 1999
L. Spruit, Il problema della conoscenza in Giordano Bruno, Bibliopolis, Napoli, 1988
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